Cannabis light – guida alla qualità

Un mercato sempre più redditizio e per questo sempre più attrattivo per persone con 0 esperienza e senza scrupoli che s’improvvisano canapari.

La “cannabis light” è un termine utilizzato per descrivere varietà di cannabis che contengono livelli molto bassi di THC (tetraidrocannabinolo), il principale cannabinoide psicoattivo presente nella pianta di cannabis.

Queste varietà di cannabis vengono coltivate appositamente per ridurre il contenuto di THC e aumentare il contenuto di CBD (cannabidiolo) e altri cannabinoidi non psicoattivi, mantenendo comunque il naturale rapporto THC:CBD,  che in queste varietà legali e certificate è di 1 a 25, per cui se l’infiorescenza di cannabis per legge non può superare lo 0,5% di THC, il CBD non potrà essere superiore allo 15%.

Coltivazione cannabis light

La cannabis può essere coltivata in molti modi: indoor al chiuso, glasshouse o greenhouse in serra e outdoor all’aperto. Al di là del metodo, non esiste un metodo migliore di altri in termini di qualità del prodotto, io personalmente preferisco l’outdoor o greenhouse per la naturalezza e la sostenibilità, ma ciò che conta veramente in termini di qualità di prodotto è la conoscenza della coltivazione della pianta, se il grower è degno del suo nome le infiorescenze delle sue piante saranno ottime in qualsiasi situazione.

Consiglio – cerca sempre aziende che coltivano direttamente e preferisci quelle che utilizzano living soil, biologico, biodinamico, organico (è vero che lo dicono tutti) se vuoi metterli in difficoltà chiedi che fertilizzanti usano o se fanno irrorazioni, non tutti sono pronti e disponibili a dare velocemente risposte come fa l’azienda Greenorganics coltivatori di canapa che producono col metodo rigenerativo e biodinamico e ti spiegano anche come fare tutto…

Devi sapere che purtroppo sono molte le persone che durante la fioritura (momento in cui saltano fuori tutti gli errori della coltivazione) irrorano i fiori con fertilizzanti, pesticidi o altro per salvare il raccolto, questo capita spesso in coltivazioni al chiuso (indoor e serra) basti pensare che un solo insetto che entra può dar vita rapidamente ad un’infestazione, ma può capitare anche outdoor.

Cosa dar peso quando si acquista

Quando ci si approccia all’acquisto, cerchiamo di togliere lo sguardo dalla pubblicità ed estetica del packaging, ecco i miei migliori consigli all’acquisto di cannabis:

1 Capisci chi hai davanti e dai il giusto peso

Se diretti produttori o commercianti che “selezionano qualità”, puoi trovare persone oneste e trasparenti in entrambe le situazioni. Cerca di trovare informazioni oltre il semplice ” biologico e naturale”, certificazioni, spiegazioni dettagliate, foto autentiche e non comprate di passaggi o della coltivazione, informazioni di tracciabilità questi sono i dati importanti da vedere più che le recensioni.

2 Guarda le percentuali di CBD

Vado dritto al punto, se c’è scritto che il CBD è sopra il 15% io personalmente lascio perdere, perchè se non hai analizzato il lotto è un problema legale che potrebbe ripercuotersi anche su di me e poi è una questione di fiducia… Nel migliore dei modi è marketing, ma può anche capitare prodotti che hanno sforato e che vengono trattati con  solventi per abbattere il THC in eccesso, si il CBD è alto ma un prodotto truccato e nel’80% dei casi ci sono residui del solvente, non è proprio salutare, solitamente viene mal di testa quando si utilizza questo tipo di cime.

3 Small Bud vs Big Bud

Ennesimo trucco di chi vuol sembrare importante, la qualità del prodotto non cambia dalle dimensioni, io personalmente preferisco le cime piccole, c’è meno legno e comunque vanno tritate…

4 Attenzione ai dettagli

Le foto solitamente tendono a far vedere le cime sempre belle verdi brillanti, ma questo non è sinonimo di qualità, le cime migliori sono quelle ben conciate.

La questione è come il vino rosso, il novello è sicuramente un ottimo vino, ma vuoi mettere un brunello o taurasi invecchiati? Con la cannabis è uguale, le cime verdi brillanti sono novelle, ed i cannabinoidi sono ancora molti in forma acida, mentre le cime verde scuro, conciate bene e passatemi il termine “stagionate” tenute in un’atmosfera protetta al buio, tirano fuori il meglio dalla cima e tutti i cannabinoidi si sono degradati nella forma attiva.

Occhio però perchè come con il vino invecchiato che può saper di tappo, così la cima, può essere troppo secca e povera di sapore o nel peggiore dei casi, con muffa… non è il massimo.

 

Per concludere non resta che andarsi a cercare le migliori cime nel mare magnum di aziende agricole e commercianti.

Cannabis light – guida alla qualitàultima modifica: 2023-08-06T10:55:29+02:00da erbanauta
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